Andrea Cotticelli, appassionato di Storia Moderna e Contemporanea, con particolare riguardo al periodo storico che va dal Risorgimento Italiano alla Prima Guerra Mondiale, e interessato alle vicende delle famiglie della nobiltà italiana ed europea, è l’autore dei libri: “L’ultimo gran ballo della Roma Pontificia. Ritratti e Storie Familiari della Nobiltà dell’Ottocento”, “Le chiavi del Mediterraneo. Gli esordi del Colonialismo Italiano”, “Beatrice Orsini Sacchetti la regina nera nella Roma papalina del XIX secolo” e “La Propaganda Italiana nella Grande Guerra”.

L’ultimo gran ballo della Roma Pontificia.
Ritratti e Storie Familiari della Nobiltà dell’Ottocento

Nella seconda metà dell’Ottocento la stagione mondana della Roma Pontificia aveva il suo apice nel periodo del Carnevale Romano. La sera del 7 febbraio 1866 il Principe Marcantonio V Borghese e sua moglie Teresa organizzarono negli splendidi saloni di Palazzo Borghese nei pressi del Porto di Ripetta l’ultimo grande Ballo in Costume della Roma Pontificia, passato alla storia per la rilevanza dei numerosi esponenti della Nobiltà che vi presero parte e per la profusione di lusso ed eleganza, che segnò il culmine del potere e della sfarzosa mondanità dell’ultimo decennio del Papa-Re.

Gli invitati al Ballo Borghese indossavano tutti magnifici costumi, l’uno più sorprendente dell’altro, studiati nei minimi particolari a cominciare dalla raffinatezza delle stoffe, dalla ricchezza dei gioielli e dalla ricercatezza delle acconciature. Tutti i partecipanti avevano alle spalle un glorioso passato plurisecolare e offrivano un completo spaccato dell’alta società romana e del gotha internazionale.

Le chiavi del Mediterraneo.
Gli esordi del Colonialismo Italiano

Nella seconda metà dell’Ottocento una frenetica espansione coloniale pose la maggior parte delle terre del globo sotto l’ombra delle bandiere europee.

Nelle feconde e spesso inesplorate regioni dell’Africa lo scontro tra le potenze, grandi e piccole, vecchie e nuove, si rivelò con tutto il suo impeto colonizzatore.

In Italia l’interesse coloniale dei governi postunitari della Destra non era però in parallelo con quello delle altre potenze europee, nonostante l’ardita opera dei nostri esploratori, missionari e commercianti che, spesso appoggiati da un ristretto gruppo di circoli coloniali o da società geografiche, si avventuravano verso tutte le direzioni della Terra trovando sul loro cammino zone libere facilmente adattabili a confortevoli insediamenti e pronti per una proficua colonizzazione.

Beatrice Orsini Sacchetti
la regina nera nella Roma papalina del XIX secolo

Fin dal Rinascimento sono spesso emerse figure femminili che hanno esercitato una discreta ma a volte determinante influenza nella Roma dei Papi, vuoi per la loro posizione nelle sfere dell’aristocrazia, vuoi per le loro doti culturali o talvolta per il loro fascino, che ha consentito di rendere i casati cui appartenevano sempre più prestigiosi e potenti, in grado di misurarsi a pari o addirittura superiore livello con altri casati, magari di più antico lignaggio, in un clima di perenne competizione per la conquista del potere.

Nella seconda metà dell’Ottocento, durante i pontificati di Pio IX e Leone XIII, una di quelle figure, oggi poco nota, che seppe muoversi con abilità e ingegno nel complicato labirinto dell’aristocrazia romana fu la marchesa Beatrice Sacchetti nata principessa Orsini.

La Propaganda Italiana nella Grande Guerra

Argomento di questo libro è la Grande Guerra 1914 – 1918. L’interesse non è quello di narrare la storia della Prima Guerra Mondiale, bensì di mettere in rilievo come la propaganda italiana dell’epoca, attraverso articoli di stampa, manifesti e cartoline illustrate ne trattava i principali avvenimenti.

Nel linguaggio comune per propaganda si intende la diffusione deliberata e sistematica di informazioni e messaggi volti a fornire un’immagine, positiva o negativa, di determinati avvenimenti. A partire dalla guerra del 1914 – 1918 la propaganda politica divenne una componente essenziale della società di massa, in quanto furono le autorità statali a impadronirsi dei metodi e delle tecniche propagandistiche per rendere popolare presso l’opinione pubblica la causa della guerra.

E gli organi di stampa, anche per mezzo di una pressante censura, furono costretti ad adeguarsi al sistema, trasformandosi da organi di informazione ad organi di propaganda.